Stato morale o empatico che può essere vissuto dall'interprete durante un interpretariato sentendosi così identificato con uno dei suoi interlocutori da arrivare a fare suo il problema del paziente in questione. I professionisti dell'interpretariato dovrebbero rifuggire da questo effetto senza smettere di essere empatici, ma evitando di cadervi.
Claudio Baraldi, Laura Gavioli. Coordinating Participation in Dialogue Interpreting. Jonh Benjamins B. V.